Parco Naturalistico Archeologico
Nel cuore della Maremma Laziale e poco distante dai comuni di Montalto di Castro, Canino e Capalbio si estende il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci.
All’interno di questo grande parco (circa 120 ettari), tra suggestivi canyon di origine vulcanica, la ricca vegetazione della macchia mediterranea e qualche simpatico incontro con i cavalli e le mucche maremmane che pascolano in libertà, avrete l’occasione di ammirare i resti dell'antica città di Vulci, una delle più importanti città etrusco-romane dell'Etruria.
Lungo tutto il perimetro del parco si snoda il fiume Fiora che si tuffa nel bel laghetto del Pellicone, tappa obbligata di ogni percorso naturalistico e vera oasi di pace e relax.
Infine, poco distante dall'area archeologica, svetta maestoso il Castello dell'Abbadia con lo spettacolare Ponte del Diavolo, impedibile destinazione che non potete lasciarvi sfuggire!
L'area archeologica del parco è racchiusa dalla cinta muraria originaria (IV sec. a.C.), formata da solidi blocchi di tufo che per secoli hanno protetto la città e dalle Porte Urbane, tra cui la monumentale Porta Ovest, vicino la quale potete anche ammirare i resti di un acquedotto romano.
“Qualcosa di molto bello, qualcosa di inquietante...”
All'interno dell'area troviamo il Foro con il Tempio Grande e l'Arco Onorario, opera commemorativa di Publius Sulpicius Mundus, senatore romano vissuto nel I secolo a.C., il podio di un imponente tempio etrusco anch'esso in tufo (V sec. a.C.), diversi ambienti della cosiddetta domus del Criptoportico lussuosa dimora aristocratica del II sec. a. C., un piccolo tempio dedicato ad Ercole ed un bellissimo Mitreo risalente al III sec. a.C..
la tomba dei saties
Sulla sponda opposta del fiume, si trova invece la Necropoli Etrusca, che custodisce migliaia di tombe tra le quali spicca la preziosa Tomba François (IV sec. a. C.) alla quale si accede attraverso un lungo corridoio, la Tomba delle Iscrizioni e l'imponente Tumulo della Cuccumella.
Alla preziosa Tomba François (che prende il nome dall'archeologo Alessandro François che la scoprì nel 1857) appartengono i meravigliosi affreschi, per la maggior parte custoditi nella Villa Albani a Roma, i quali raffigurano la saga dei fratelli Vibenna e Servio Tullio, nel periodo di lotte contro i Tarquini per il predominio su Roma.